Giusto o sbagliato?

La tossicodipendenza è una malattia, c’è poco da fare. Si tratta del “vizio” patologico di utilizzare regolarmente una sostanza per provare piacere, per connettersi con se stessi o per sentirsi a proprio agio. Purtroppo negli anni, e oggi più che mai, tale dipendenza si è diffusa, anticipando pericolosamente l’età di insorgenza. Il tema è ampio e complesso, e per noi professionisti acquisire maggiori competenze non elimina il dubbio dell’efficacia dei trattamenti o dell’etica degli stessi. Di recente, la docu-serie che racconta la storia di San Patrignano (SanPa), ha fatto riemergere perplessità, incertezze e curiosità sul posto che ha dato il via alla nascita delle comunità di accoglienza per tossicodipendenti. Si racconta come Il fondatore, Vincenzo Muccioli, abbia espresso a proprio modo, la volontà di aiutare i tossici degli anni ’70, considerati da sempre rifiuti della società. Ragazzi e ragazze di ogni età, che avvicinatisi all’eroina, ne son diventati succubi, annullando ogni altro ambito di vita.
SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano© (2020). Creato da Gianluca Neri. Prodotto da A Netflix Original Documentary. Ditribuito da Netflix.
Come aiutarli?
La comunità li accoglie, li protegge, gli dà regole e pasti caldi, gli insegna un mestiere. Lo stesso Muccioli rappresenta un genitore che ascolta i propri figli, che li perdona delle loro malefatte, che li abbraccia quando sono impauriti e che sceglie di imprigionarli quando vogliono scappare. Nessun farmaco, niente metadone, nessun medico. Trattenerli con la forza diventa il metodo per salvarli da se stessi. Di fatto, la prigionia, la violenza e la costrizione non rispettano la dignità umana e per questo sono perseguibili dalla legge. Ma siamo certi di questo?
Alcuni di coloro che oggi sono salvi ringraziano per esser stati in cella per giorni, costretti a fare i conti con se stessi. Pare che questo metodo bizzarro e decisamente anti-etico, in alcuni casi abbia funzionato. C’è chi sostiene di aver raggiunto un punto di quiete essenziale per la propria rinascita; è come se fosse necessario viversela l’astinenza, prima di poterne uscire; impazzire in preda al dolore corporeo, a immagini e flash che confondono, a emozioni che si sovrappongono; toccare profondamente l’oscurità per respirare un po’ di luce.
Giusto o sbagliato?
La comunità si ingrandisce, si arricchisce e espande velocemente accogliendo migliaia di ragazzi. Diviene un’opera e un riferimento per l’intera Europa. Le responsabilità sono troppe, le competenze poche. In breve tempo diventa una cittadina autosufficiente sotto la guida di Muccioli, che non riesce più a tenere ogni cosa sotto controllo. Quando si vuole gestire una realtà in espansione e si sceglie di decentrare compiti di supervisione a personaggi poco affidabili, succede l’irreversibile. Si verificano suicidi, poi omicidi e i pestaggi sono all’ordine del giorno; si creano i reparti punitivi per coloro che non rispettano le regole, si revisionano le lettere inviate ai parenti per cestinare quelle diffamatorie; si chiude un occhio sugli abusi sessuali. Si fa tutto ciò che è possibile per difendere la comunità, con l’idea di salvare vite e di tenersi stretto il potere.
Giusto o sbagliato?
Da un lato innumerevoli genitori e figli che ringraziano Muccioli, San Patrignano e la possibilità di vivere diversamente che gli è stata data, dall’altro fatti avvenuti, gravi e pesanti che lasciano emergere le ambiguità di un luogo e del suo creatore.
Io ho lavorato nelle comunità per tossicodipendenti. So cosa significa soffrire per la ricaduta di qualcuno o per l’overdose di qualcun altro; conosco le crisi di astinenza dalle sostanze ma conosco anche quelle derivanti dallo scalaggio del metadone. Ci sono momenti nei quali si è efficaci, altri in cui si è sprovvisti; delle volte si ha paura, altre volte si è connessi; in alcuni casi una tecnica o un’intuizione funzionano e possono cambiare le cose, in altri si sbatte la testa contro il muro.
SanPa ci insegna a stare nel mezzo. Ci trasmette le difficoltà legate alla riabilitazione della tossicodipendenza, gli ostacoli e i pericoli a cui si va incontro. Ci permette di smetterla di fare i giudici e imparare a prendere il buono e il cattivo tempo; mette in discussione ogni sapere, invitandoci a mettere in dubbio anche ciò che ormai diamo per scontato. Abbiamo bisogno di domande prima di pretendere risposte. Abbiamo la necessità di vedere le persone dietro le sostanze e di coglierne le unicità, al di là degli studi che ci vantiamo di aver fatto.
La gente pensa che si tratti di miseria, disperazione, morte, merdate del genere, che pure non vanno ignorate. Quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole, sennò noi non lo faremmo. In fondo non siamo mica stupidi! Almeno non fino a questo punto, e che cazzo! Prendete l’orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
Trainspotting

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