Attrazione fatale

L’argomento “relazioni tossiche” è ormai molto presente nelle nostre vite, attraverso le notizie di cronaca che ascoltiamo tutti i giorni, rubriche e programmi tv interamente dedicati e il chiacchiericcio che produciamo quando una donna è stata uccisa, magari dalle parti nostre. La domanda che ci si pone più spesso e che manda in crisi i più logici è, come cavolo sia possibile che una bella signora rispettabile, amorevole e a modo, possa innamorarsi di un uomo violento, pregiudicato e bifolco che passa la vita a commettere illegalità o che sia accusato addirittura di crimini efferati. La risposta, in alcuni casi, è ibristofilia.
Che lingua è?
The French Dispatch of Liberty, Kansas Evening Sun(2021)©. Scritto e diretto da Wes Anderson. Prodotto da Searchlight Pictures, American Empirical Pictures, Indian Paintbrush.
Di derivazione greca, l’ibristofilia è una parafilia che induce per lo più donne etero sessuali a provare attrazione fisica nei confronti di uomini che hanno agito contro la legge, anche commettendo crimini molto violenti come omicidi, rapine a mano armata e stupri. Il termine venne coniato dallo psicosessuologo John Money e la si associa alla cosiddetta sindrome di Bonnie e Clyde, con la differenza che in questo caso la parte dominante coinvolge quella remissiva nel commettere atrocità contro altri.
Che diavolo salta in testa a sta gente?
Negli anni sono state ipotizzate diverse cause che possono favorire lo sviluppo della patologia in questione. In primis, la dottoressa Katherine Ramsland, docente di psicologia forense all’Università DeSales, riportò in una sua opera, le interviste di donne che avevano avuto rapporti sessuali o erano convogliate a nozze con un serial killer. Alcune di loro manifestavano il desiderio di cambiare il partner come fosse una missione; altre cercavano il successo e le attenzioni dei media con la speranza di finire in qualche libro o talk show televisivo; altre ancora confidavano nella possibilità di sapere sempre dove si trovasse il partner, così da mettersi l’anima in pace.
Lo psicologo Leon F. Selzer, invece, avanzò un’ipotesi evoluzionista. Egli credeva che l’attrazione per uomini violenti fosse dettata dalla concezione del maschio alfa come di colui che con la propria brutalità è anche in grado di proteggere la famiglia, meglio di altri. Selzer notò che molte donne confessavano di sentirsi vulnerabili dinanzi a uomini di questo tipo, sapendo benissimo la pericolosità della frequentazione.
Park Dietz, psichiatra forense, definì tali donne Serial Killer Groupies, ovvero coloro che scelgono di amare uomini criminali per unirsi alla loro parte malvagia divenendo esse stesse più forti e invincibili.
Perdonandomi la freddezza con la quale sto toccando l’argomento, abbiamo a che fare con un disturbo mentale chiaramente pericoloso. Prima che ci si renda conto della gravità della situazione, è spesso troppo tardi. Chiunque intrattiene una relazione che consuma, lacera, annulla e lentamente distrugge, sta mancando di rispetto a se stesso. Ogni volta che una minuscola parte di noi ci avvisa che ci stiamo facendo del male, è bene provare a darle ascolto, anche quando la mente è annebbiata. Nel caso della ibristofilia, come in relazioni dannose di qualunque tipo, la psicoterapia porta luce dentro di noi, quella stessa luce che fa vedere con chiarezza quanto stiamo mancando di amore a noi stessi. La psicoterapia permette di capire e scegliere il tipo di persona con cui vogliamo condividere le nostre preziose esistenze.
Quando entro nel tuo mondo crolla il pavimento
Vedo frantumarsi ogni momento
Non ti so spiegare quello che sento
Quello che sento
.”
Seta – Elisa