Rigurgito

C’è chi mangia per piacere, chi per alimentarsi. Poi c’è chi si nutre e dopo vomita, rifiutando ogni sorta di pienezza. C’è, ancora, chi di nascosto, magari nella notte, si abbuffa compulsivamente per poi ricorrere a lassativi che svuotano del tutto il ventre. Il controllo sul proprio corpo e sul cibo è l’unico controllo che sente di poter agire chi non riesce a entrare in contatto con l’ambiente. La cioccolata, piuttosto che un piatto di pasta o una bella bistecca, diventano le relazioni che nella realtà si evitano con tutte le proprie forze, perché insoddisfacenti, perché inopportune o perché contradditorie. Meglio lasciarsi morire anziché rischiare di relazionarsi in modo autentico. Vomitare è un po’ come rigettare l’Altro, l’ambiente e tutto ciò che rappresenta, in un circolo vizioso dal quale è difficile ma non impossibile uscire.

Il cigno nero© (2010). Diretto da Derren Aronofsky. Scritto da Mark Heyman, Andres Heinz, John J. McLaughlin. Distribuito da 20th Century Fox.

Cosa ne pensa la Gestalt Therapy?
Secondo la psicoterapia della Gestalt nel disturbo alimentare si manifesta un’interruzione di contatto nel quale si annulla il senso di fame o, in ogni caso, si butta fuori ciò che è altro da sé.
Ma vediamo in che modo avviene l’interruzione in questa specifica sofferenza.
Quando il meccanismo di difesa è la confluenza, la persona si sente inglobata da un ambiente che non accetta e che non può cambiare, e l’unico modo per distaccarsene è controllare il cibo e la forma del proprio corpo, annullando anche il senso di fame; in altri termini utilizza il comportamento anoressico/bulimico per differenziarsi dal contesto. L‘introiezione, invece, è il processo attraverso cui la persona ingoia idee, opinioni, modi di pensare e essere, senza masticarli e destrutturarli per coglierne i nutrimenti positivi; ne diviene pienamente conforme con la conseguenza di un rifiuto che utilizza come canale il proprio corpo. Quando il ciclo di contatto si interrompe per via della proiezione, la persona anoressica vede nell’ambiente parti di sé, estremizzandole e rendendole nocive per la propria salute. Cosa significa? Vuol dire che proietta nel mondo opinioni sul proprio corpo e su quanto sia bella una magrezza scheletrica, che fomentano ancor più il proprio atteggiamento rispetto alla privazione alimentare. Nel caso in cui ciò che impedisce il contatto con l’Altro è la retroflessione, la persona con disturbo alimentare agisce la frustrazione che sente nei confronti dell’ambiente, contro “gli unici oggetti privi di pericolo disponibili nel campo e cioè la propria personalità e il proprio corpo” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997). Se sente di aver invaso il campo, ad esempio, senza aver accontentato desideri di bellezza o temperamento, finisce per annullare se stessa smettendo quasi completamente di mangiare; “non sono e non posso essere come mi vorrebbero, quindi mi annullo“. L’egotismo è un’altra resistenza al contatto con l’esterno, dove i confini tra sé e l’ambiente sono ipertrofici e rigidi. Il fine è eliminare una volta per tutte ciò che è incontrollabile e spaventoso, ovvero il campo nel quale ci si trova. Nelle persone con anoressia e bulimia, tale processo lo vediamo espresso attraverso rituali e pratiche reiterate quali, ad esempio, il conteggio minuzioso delle calorie da ingerire o lo spezzettamento dei pasti, che finiscono per controllare eccessivamente anche la vita privata, lavorativa e sociale della persona.
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla ci ricorda che i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione aumentano tra le nuove generazioni in un’età compresa tra i 15 e i 19 anni, coinvolgendo sempre più anche il sesso maschile; ci ricorda di fare attenzione ai piccoli segnali che possiamo osservare nei giovani che abitano le nostre case. Una giornata per informarci, formarci, aggiornarci su una problematica che vede ancora una volta protagonista il corpo e il modo perverso in cui lo viviamo, sentiamo e percepiamo. Lavorare affinché il corpo sia riconosciuto come la propria casa, è una strada che dovremmo percorrere tutti, a prescindere da evidenti problematiche legate ad esso. Il corpo siamo noi, noi siamo il nostro corpo e si può imparare ad esser grati per questo.
“Sogna una carne sintetica
Nuovi attributi e un microchip emozionale
Occhi bionici, più adrenalina
Sensori e cibernetica neurale
Sogna una carne sintetica
Nuovi attributi e un microchip emozionale
Labbra cromate, ricordi seriali
Emozioni e un nuovo impianto sessuale”
Aurora sogna – Subsonica.