On the road
Tante persone vivono per strada, negli atri delle stazioni o sotto i portici. Tante altre vivono in camioncini, roulotte o camper. La loro storia non sempre è quella di chi ha perso tutto e non può avere altro che l’angolo di un marciapiede, non sempre è la condanna di una vita di rassegnazione. A volte, è semplicemente una scelta di libertà che va oltre le mura di casa, estranea alla civiltà cittadina e lontana da comodità a cui tutti siamo abituati. Si predilige il contatto con la natura, il viaggio on the road dove ogni posto è casa, a discapito di un ambiente caldo, confortevole, spazioso che può offrire anche l’appartamento più modesto. Ci si mantiene con ciò che capita, adeguandosi ad impieghi a breve termine, anche molto diversi tra loro. E si va avanti così, nel silenzio dei momenti di solitudine e nella convivialità delle condivisioni tra “vicini di casa“. Si tratta di una continua sfida con se stessi.
Quanti di noi sarebbero capaci e disposti a vivere così?
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Nomadland© (2020). Scritto da Chloé Zhao. Diretto da Chloé Zhao e Jessica Bruder. Distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures.
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Sono numerosi i sacrifici e le rinunce da fare. Pensate al continuo pericolo a cui si è esposti se si dorme nelle stazioni di servizio lungo la strada; pensate al giudizio delle persone comuni che vi considerano “senza tetto” solo perché ne avete scelto uno diverso e in movimento; pensate alle difficoltà pratiche e logistiche legate a spazi piccoli, nei quali cucina, camera da letto, toilette e salotto si incastrano come i mattoncini del Tetris. Pensate alla vostra cacca. Dove la mettereste? Come la smaltireste? Come fareste in modo da non morire asfissiati per la puzza di feci?
E poi ci sono i parenti, quelli che vi chiamano per chiedere se avete bisogno di qualcosa o per sapere che fine avete fatto. Gli stessi che vi considerano fuori di testa e non capiscono il motivo di questo interminabile campeggio. E in effetti ce lo chiediamo anche noi: perché?
Di che libertà stiamo parlando?
Sembra che in questo caso la libertà prenda le sembianze della ribellione e della fuga. Ci si sente liberi quando si tengono a distanza le responsabilità, le sofferenze e i ruoli familiari. C’è troppo dolore da affrontare e ampi vuoti da colmare, senza la pressione di chi fa tante domande, detta regole o critica. Restare con se stessi per sentirsi più liberi, a costo di guardarsi intorno e non vedere nessuno. Più si è lontani più si è forti per dimenticare e andare avanti.
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In questo vagare senza meta, rimane una vita che percorre senza fermarsi, alla ricerca di quell’istante di meravigliosa bellezza nel quale ci si può lasciar morire. Visibile nel cuore e nello sguardo, la tenerezza di chi si accontenta di piccole conquiste, di momentanee visioni con la capacità di riconoscersi fragili e viandanti.
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Fern: “Mio padre diceva: ciò che viene ricordato vive. Forse ho passato troppo tempo della mia vita…solo a ricordare.“
Nomadland
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