L’insegnamento dello Yoga

Durante il lockdown, che per mia fortuna ho vissuto serenamente, ho scelto di dedicare il tempo allo studio e all’attività fisica. Dopo anni di fermo e rigidità acquisita, ho cominciato a provare diverse discipline proposte dal fantastico mondo del web. Ero alla ricerca di qualcosa che mi facesse sentire bene, che fossi in grado di seguire e che si potesse svolgere in casa con pochi accessori e nello spazio di una stanza. Ho provato l’abs, il corpo libero, la funzionale e il pilates, ma nessuno di questi mi soddisfaceva. Che fatica! Mi son ritrovata senza fiato, in difficoltà e senza più speranze. C’era una cosa, però, che ancora non avevo provato: lo Yoga. Dalla prima lezione ho sentito dentro me di aver fatto una grandiosa scoperta. Tempo fa credevo che lo yoga fosse noioso, che riproponesse banalissime posizioni di stretching e non mi spiegavo perché così tante persone lo praticassero assiduamente. Mettendo da parte pregiudizi, critiche e ignoranza, ho scelto di provarci, ma questa volta per davvero. Mi sono servita di tutti i i canali YouTube disponibili, delle lezioni su Facebook e di tutto ciò che mi permette ancora oggi di approfondirlo, praticarlo e conoscerlo. Così, ogni giorno, amo ritagliare uno spazio di cura personale da dedicare allo Yoga.
Lo Yoga è diverso. É una cultura oltre che una disciplina, e propone un’attenzione completa al corpo, alla mente e alle emozioni. Si lavora con la meditazione, con gli asana (posizioni), con la respirazione (pranayama), con i chakra. Il corpo è la superficie attraverso cui toccare le sfere più intime della persona, le profondità dell’animo. Non mi soffermerò sugli aspetti tecnici dello Yoga perché non ne ho le competenze, ma mi limiterò a dire cosa significa per me e cosa mi insegna.
Lo Yoga mi guida ad essere più presente a me stessa, a sentire il respiro e il suo ritmo, il corpo e le sue singole parti, insegnandomi a rispettarlo ogni giorno. Significa per me accettare che ci siano momenti in cui sono più flessibile, altri in cui lo sono meno; volte in cui mi sento forte e stabile, volte in cui traballo impaurita. “Abbandona l’Ego” dicono gli insegnanti, “lascia andare la presunzione di chiedere al tuo corpo più di quanto possa. Ascolta e respira“. Puoi raggiungere piccoli o grandi obbiettivi, ma in ogni caso le possibilità sono infinite. Mi insegna la pazienza di fare un po’ per volta; la possibilità di gioire quando riesco a tenere un asana più a lungo oppure quando semplicemente posso praticarla. Non è necessario avere prestazioni eccellenti e questo semplice permesso, mi rasserena e calma; non serve respirare affannosamente, ma guidare il respiro in modo profondo e controllato. Significa accettare di fermarsi per un momento e ritrovare il proprio respiro, il proprio centro. Il dolore non è sinonimo di riuscita ma è un’esagerazione; se sento dolore significa che devo fare un passo indietro e aspettare che il mio corpo sia pronto per la posizione. Lo Yoga è una meravigliosa metafora della vita. Se il mio corpo è in equilibrio anche il mio spirito lo è; se mi concentro sul corpo anche la mente è nel qui ed ora; se il corpo è debole anche la mia anima è fragile. Lo Yoga mi insegna a fluire nel cambiamento di ogni attimo, a ricercare la mia intenzione quotidiana, a sentire la gratitudine per la pratica; mi insegna ad aspettare, a riconoscere i limiti e le risorse del mio corpo, a sentire profondamente ogni istante come un prezioso dono dell’Universo.,
Lo Yoga è l’adeguata espressione e il metodo pienamente adatto a fondere insieme corpo e spirito fino a farne un’unità difficilmente contestabile, e creando una disposizione psicologica che permette intuizioni trascendenti la coscienza.
Carl Gustav Jung