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Quando si parla di droghe, non sempre è un fatto negativo. Siamo soliti associarle alla tossicodipendenza, alla delinquenza, alla mafia, alla prostituzione e alla politica. Questo discorso è reale ed urgente, e su questo non ci piove. Stavolta, però, voglio trattare l’argomento da un punto di vista scientifico ai fini della conoscenza della mente umana e, più profondamente, della coscienza. Sappiamo, infatti, che il modo in cui le sostanze agiscono sugli stati di coscienza, è ciò che ne promuove l’uso e su questo hanno fatto leva i ricercatori degli anni ’50.
In particolare, durante quel periodo, i laboratori della casa farmaceutica Sandez, inviarono in diverse università europee di psichiatria, campioni di una sostanza psicotropa di recente scoperta: l’acido lisergico o LSD 25. Il fine era quello di promuovere sperimentazioni e possibilità di cura delle persone affette da disturbi mentali. Stanislav Grof, psichiatra psicoanalista dell’università di Praga, colse l’occasione e entrò a far parte di un progetto scientifico di ricerca sull’uso psicoterapeutico dell’LSD.
Cos’è l’LSD?
Alice in Wonderland© (1951). Diretto da Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske. Scritto da Lewis Carrol, Winston, Hibler e Ted Sears. Prodotto da Walt Disney Animation Studios e Walt Disney Productions.
L’acronimo LSD sta per dietilamide dell’acido lisergico ed è una delle più potenti sostanze psichedeliche. I suoi effetti favoriscono un’espansione della sensorialità e dell’emotività, esperienze mistiche e spirituali e cambiamenti nella percezione di sé e degli altri.
Sfruttando tali potenzialità, Grof cominciò a somministrare piccole dosi di LSD ai suoi pazienti e continuò le sue ricerche trasferendosi nel ’68 alla John Hopkins University, dove ebbe modo di approfondire gli studi. In tale periodo utilizzò la psicoterapia psicolitica con gruppi di persone come artisti, psichiatri, malati terminali e carcerati. Egli si accorse che se fino ad allora la psicoterapia si era concentrata sulla biografia post natale dei pazienti, adesso ciò che emergeva era la necessità di considerare la vita in utero. Alcuni raccontavano, infatti, di visioni e sensazioni ricondotte alla nascita e altri di esperienze transpersonali, legate al contatto con la natura, l’universo, lo spirito e il divino.
A tal proposito, Grof ideò una mappa della psiche costituita da tre dimensioni: biografica, transpersonale e perinatale. Ed è sulla base di quest’ultima, che individuò 4 matrici perinatali di base, ovvero un insieme di esperienze percettive relative al processo della nascita.
Vediamo quali sono.
1) Prima matrice perinatale di base (MPB1): Universo amniotico e Unione Origniaria con la Madre. Si tratta del periodo che va dal concepimento a prima dell’inizio del travaglio. È un momento di totale simbiosi e pace per il bambino, nel quale madre e piccolo si fondono completamente. Dal punto di vista simbolico e archetipico, si manifestano visioni paradisiache, oasi ricche di fiori e frutti o gemme preziose. Attraverso questa matrice è possibile sentire l’Amore Universale, oltre il tempo e lo spazio. Le visioni negative sono caratterizzate da deserti, acque avvelenate e ambienti contaminati, soprattutto quando i disordini intrauterini sono causati da droghe, alcol o farmaci. Nel caso in cui si sia verificato il rischio di aborto, la persona può vivere esperienze apocalittiche.
2) Seconda matrice perinatale di base (MPB2): Inghiottimento cosmico senza nessuna uscita. In questo caso si fa riferimento all’inizio del travaglio, quando la cervice è ancora chiusa. In questo stadio l’ambiente uterino è alterato dalle contrazioni e dai cambiamenti biochimici dello stesso. Al feto mancano sangue e ossigeno e la persona rivive questo momento con la sensazione di morire ma senza che ci sia un pericolo chiaro. Possono arrivare pensieri paranoici, deliri di persecuzione e avvelenamento, visioni di mostri spaventosi o vagabondaggio in labirinti senza via di uscita. La persona si sente in trappola e vive sentimenti di disperazione e impotenza.
3) Terza matrice perinatale di base (MPB3): Lotta di morte e rinascita. In questo momento la cervice si dilata e il bambino può scendere attraverso il canale pelvico-genitale. Il feto comincia una vera e propria lotta per la sopravvivenza, dove viene spinto e schiacciato dalle contrazioni uterine, percependo la sensazione di soffocamento. È qui che il feto può ritrovarsi strozzato dal cordone ombelicale intorno al collo. In questa matrice si manifestano visioni di lotte titaniche, manifestazioni di eccitazione sado-masochista e immagini piene di energia come tornado, vulcani e scene di caccia.
4) Quarta matrice perinatale di base (MPB4): Esperienza di morte e rinascita. È il momento della nascita, del raggiungimento del massimo livello di tensione a cui segue un piacevole rilassamento. In questa matrice il bambino si separa dalla mamma, esce dal suo ambiente buio e protetto e arriva alla luce del mondo per la prima volta. Assapora contemporaneamente la libertà della nascita e la paura di essere annientato, con la sensazione di aver perso ogni riferimento precedente. Il passaggio dalla matrice 3 alla 4, è accompagnata da vissuti di disintegrazione fisica, mentale ed emotiva. Grof la considera “morte dell’ego“, per evidenziare la perdita del contenimento e l’inizio del processo di trasformazione.
Queste scoperte furono essenziali per le successive sperimentazioni dell’uso dell’LSD per la cura di depressione, cefalea a grappolo o dipendenza. Ma aldilà di questo, è chiaro come tutto ciò che viviamo resti impresso dentro di noi e manifesto nella vita di tutti i giorni. Non è da escludere che proprio nei momenti di difficoltà tornino in superficie sensazioni corporee ed emotive già sperimentate nella vita in utero. Adesso come ieri, siamo stati, siamo e saremo.
“Quando le porte della percezione si apriranno, tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite.
William Blake